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Peretz, Isaac Leib.

Scrittore e poeta ebreo polacco. Con Sefarim e Aleichem costituisce la triade dei cosiddetti narratori del ghetto, cui si deve il definitivo passaggio dell'yiddish (V.) da dialetto a lingua letteraria. Fu animatore e personaggio tra i più rappresentativi della vita culturale della Varsavia ebraica, dove si trasferì dalla città natale nel 1890. Fu notevole il suo contributo anche alla letteratura ebraica moderna, cui adattò motivi delle poetiche contemporanee europee: naturalista, neoromantica, simbolista. Nelle sue opere P. interpretò con grande efficacia le caratteristiche che rimarranno proprie agli scrittori yiddish: l'ossimorica convivenza di ironico e patetico, comico e straziante. In esse innalzò alla dignità letteraria i tipi del chassidim (lo studente delle scuole rabbiniche) e della gente comune del ghetto, spesso incompresa e disprezzata dai ristretti ed elitari gruppi del Socialismo ebraico e del sionismo nascente. La personalità artistica e culturale di P. sembra risiedere proprio in questa capacità di accogliere elementi fra loro dissonanti: il razionalismo e il misticismo, la spinta al progresso di matrice illuminista e il fatalismo figlio dei pogrom e dell'antisemitismo patito dagli Ebrei orientali. La misura compositiva a lui più congeniale fu quella del racconto breve, in cui rielaborò antiche tradizioni e leggende chassidiche (Il Dibbuk e il pazzo, L'alibi, L'incubo, Chi sono io, Il Golem, Dalla bocca del popolo, ecc.), pubblicate nei volumi Storie chassidiche (1908) e Storie popolari (1909). P. lasciò anche versi sia in yiddish sia in ebraico (tra cui citiamo L'arpa, raccolta di liriche di tema amoroso) e drammi teatrali, fra cui bisogna ricordare il suo capolavoro: La catena d'oro. La sua opera omnia è stata pubblicata in Israele: Tutti gli scritti di I.L. Peretz (1948-60) (Zamos'c' 1852 - Varsavia 1915).